Dino Baggio a Tv7 ricorda Vialli: «Quando giocavamo ci davano cose strane Ho paura per la salute»

Dino Baggio a Tv7 ricorda Vialli: «Quando giocavamo ci davano cose strane Ho paura per la salute»

Espongo dei fatti, lasciando ad ognuno di trarne le illazioni che ritiene, e le mie personali opinioni, ovviamente criticabili. Quando non approvo un sistema, come l’attuale baraccone calcio, non lo favorisco rendendomi complice, come certi giornalisti o chi va allo stadio o si abbona a Dazn, ma cerco di contrastarlo per quanto è nelle mie possibilità. Ho sempre avversato chi, nello sport come nella vita, usa mezzi fraudolenti e poco leali, soprattutto coadiuvanti chimici, per avere più possibilità di emergere o di vincere, anche se si tratta di una squadra o di un atleta per cui tifavo. Il mio ricostituente, quando giocavo, è stato unicamente il Vov domestico (ai miei tempi con le uova fresche delle galline del pollaio che avevamo in cortile, messe in un bottiglione a macerare con i loro gusci – per l’apporto di calcio – e con l’aggiunta di marsala, vaniglia e succo di limone).

  • Però, in quel momento, il Barcellona giocava da Dio, era impossibile con i tre davanti riuscire a superarla”, così Gianluca Vialli a Tutti Convocati su Radio 24.
  • Fatto sta che da allora Vialli andò perdendo l’agilità e lo scatto sul breve, doti peculiari che prima lo contraddistinguevano, rendendolo sgusciante e difficilmente marcabile in area.
  • La squalifica arriva direttamente da Rio, dove era stata trasferita l’udienza, di fronte al panel del Tas, guidato da Michael Geistingler, ex segretario della federazione internazionale di biathlon.
  • L’ho detto prima e dopo la morte di Gianluca Vialli”.
  • Una possibilità che sul terreno di gioco potrebbe convertirsi e attualizzarsi in un’imprevedibilità di difficile intuizione.
  • 1) Condivido la commozione per la perdita (non inaspettata dato il tipo di tumore) di un giocatore che mi è stato caro e di una persona simpatica e perbene.

Non prendevi robe strane, prendevi robe normali, però bisogna vedere nel tempo se queste restano dentro, riesci a buttarle fuori oppure no. Tanti hanno parlato anche dell’erba dei campi e dei prodotti che vi mettevamo. Anche io ho paura, sta succedendo a troppi giocatori di calcio del passato”. La prima denuncia circostanziata sul doping nel calcio nostrano risale al 1961, quando Gerardo Ottani – primario ortopedico dell’Ospedale maggiore di Bologna ed ex calciatore – pubblicò l’opuscolo Doping e calcio professionistico (Edizioni della Lega nazionale della Figc).

Viaggio nei luoghi degli spiriti controcorrente

Si parlava in particolare di anabolizzanti, che possono avere effetti collaterali molto pesanti. Più debole, invece, l’associazione con il tumore primitivo del fegato. È ovvio però che questi dati si riferiscano a quanto succedeva anni fa, poiché questo tipo di effetti collaterali si manifesta dopo lunghi periodi di tempo (talvolta decenni). Per fortuna, la diffusione di queste sostanze è attualmente molto diminuita”.

Ciò ovviamente non toglie che bisogna punire fermamente l’uso di sostanze irregolari e/o illegali. «L’utilizzo inappropriato del Micoren può causare un aumento della pressione arteriosa e l’insorgenza di aritmie che, sul lungo periodo, possono affaticare il cuore e provocare malattie cardiovascolari». A spiegare i rischi di uno dei farmaci che venivano «assunti come caramelle» in passato, per i suoi effetti dopanti, è Sara De Martin, professore associato di Farmacologia dell’Università di Padova. Non possiamo essere noi a stabilire se ed eventualmente quali nessi ci siano tra le morti di Vialli e Mihajlovic e di tanti altri ex calciatori in maniera così prematura.

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Dalle accuse di corruzione sull’assegnazione, alle condizioni disumane dei lavoratori migranti, con numeri di morti che viaggiano nell’ordine delle migliaia per la costruzione degli 8 stadi che ospiteranno le partite. La gioia nelle strade, tra persone in motorino, bandiere sui balconi e bagni di folla hanno creato, insieme ai festeggiamenti per la vittoria del 1982, una vera e propria enciclopedia a immagini su cos’è il vissuto palpitante di un Mondiale. Perché quello di Italia ’90 era il nostro Mondiale, era la nostra estate, era l’unione di uno stile di vita e di una passione che si incontrano e si celebrano vicendevolmente. Il suo urlo è l’illusione di un intero decennio e di una generazione, che negli anni ’90 ha sognato i Mondiali, vedendoli sfuggire sempre ai calci di rigore.

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A mio figlio, quando da giovane frequentava una palestra, furono consigliati degli “innocui” integratori, che lui assunse inconsapevole del loro reale contenuto, probabilmente anche con ormoni, e chi gli procurarono una forma di ginecomastia, per la quale si fece anche operare. Detesto i preparatori o i medici delle società sportive che chiudono un occhio o addirittura incoraggiano l’utilizzo di sostanze nocive per migliorare le prestazioni. “Bisognerebbe indagare su quello che prendevamo allora.

IL PAGELLONE DEL PRESUNTUOSO – 17A GIORNATA

Non studiare gli effetti che un farmaco ha avuto solo sui calciatori, ma studiare gli effetti che un farmaco ha avuto su chi lo ha usato e poi vedere se gli effetti nefasti sui calciatori stanno nella media o sono motivo di allarme. Venivano date robe lecite, talvolta in quantità non modiche, per rientrare prima dagli infortuni, per migliorare (si pensava) le prestazioni, ecc. Non si conoscevano gli effetti a lungo termine e per uso prolungato, come per la maggior parte dei prodotti nuovi che tutti noi prendiamo normalmente (oggigiorno il consumo di integratori è alto anche tra la gente comune). “Dobbiamo chiederci perché si verificano queste morti premature, in un’età piuttosto giovane.

Pelé è stato il primo campione globale e globalizzato della storia del calcio

«Negli anni gli anabolizzanti non riuscivano a trovarli, l’Epo lo stesso, il cortisone era lecito. Lamberto Boranga ha fatto il portiere per sessant’anni, e nel frattempo ha preso due lauree, in medicina e in biologia. A 77 ha smesso con il calcio e onsportinfo ha proseguito con l’atletica. Oggi che ha svoltato gli 80 ed è un monumento alla longevità sportiva, commenta le preoccupazioni di ex calciatori che in carriera hanno abusato di farmaci e integratori e oggi pensano al destino di Vialli e Mihajlovic.

La disperazione di un uomo distrutto da una fatica fisica titanica. In quel caldo afoso, asmatico di Pasadena, Baresi e tutta l’Italia calcistica sudarono lacrime amare. La squalifica arriva direttamente da Rio, dove era stata trasferita l’udienza, di fronte al panel del Tas, guidato da Michael Geistingler, ex segretario della federazione internazionale di biathlon.

Archivio della democrazia

Mi ero dimenticato di fare notare, a proposito di staff medici avveduti e metodi empirici, che i decessi e le patologie tra i ciclisti “amatoriali” (che di amatoriale hanno ben poco) sono invece molto più preoccupanti. Io non mi esimo e posso riportare quello che è successo da noi e di altri calciatori di cui si sa o si è saputo. Pensavo anche io ai tennisti… i rugbysti ed i pallavolisti credo che però giochino molto di meno durante una stagione.

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